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THE KILLER SLOPE
Da ogni viaggio sono tornato con il ricordo di qualcuno più che di qualcosa. Sensazioni al posto di immagini, stati d'animo al posto di oggetti. Questa per me è l'essenza del viaggiare. Ho una conoscenza dei luoghi che deriva principalmente dalle sensazioni che ho raccolto nel corso del mio cammino.

Vi ho già detto che questo è il mio secondo tentativo di fare snowboard dalla cima del Cho Oyu.

Ieri mi sono di nuovo confrontato con una delle sezioni psicologicamente più impegnative che si devono affrontare per salire su questa montagna: The Killer Slope. Si tratta di una sezione di 500 metri di dislivello che precede l'arrivo al campo 1, che è disposto su un colle a 6450 metri di quota.

Dalla scorsa spedizione conservavo l'opprimente sensazione di subire la forza della montagna su questo pendio, estremamente ripido e continuo. Mi ricordavo della necessità inevitabile di fermarmi e concedere ai miei polmoni qualche attimo di pausa per poter utilizzare al meglio lo scarso ossigeno presente nell'aria sottile dei 6000 metri. Mi ricordavo la sensazione di pesantezza mentre piegato in due ed appoggiato sui bastoncini, la mia mente si concentrava sui metri rimanenti per arrivare alla meta. Quanti metri? Quanti passi? Quante soste ancora? Quanta fatica? Ieri è stato totalmente diverso.


Una magia. Le mie gambe, i miei polmoni, il mio cervello lavoravano in perfetta armonia. Una indescrivibile sensazione di benessere si propagava nel mio corpo, che sentivo senza peso. La mia attenzione era unicamente concentrata sulla gestione di questa energia che sentivo venire da dentro, cullata dal succedersi ritmico dei piccoli passi che senza sosta, mi spingevano verso l'alto.

Come il succedersi del giorno e della notte, il lavoro ed il riposo, lo sforzo ed il recupero. E' incredibile scoprire in un gesto così banale come il camminare in salita tutta la semplicità della vita, fatta di cose facili e cose difficili, cose che riescono bene è cose ce non riescono affatto. Sono felice, ieri su quel pendio che a tutti qua fa una paura psicologica terribile, mi sentivo libero e leggero.

La mia mente volava, forse per questo anche il mio corpo era così leggero. Speriamo che continui così, è bello realizzare i propri sogni producendo uno sforzo che è gioia pura anzichè fatica.

Namastè
Emilio