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IL MIO SNOWBOARD

Parecchi di voi chiedono di conoscere con quale attrezzatura tenterò di scendere in snowboard dal Cho Oyu. La prima domanda da addetti ai lavori riguarda il tipo di attacco: hard o soft? Per chi non mastica snowboard: le calzature con lo scafo rigido simili agli scarponi da sci oppure la scarponcino classico da snowboard? La scelta è praticamente obbligata, ho optato per l'attrezzatura hard. Scarponi Dynafit ultraleggeri da sci alpinismo e scarpetta termica speciale TLT4. La protezione dal freddo e la leggerezza saranno le priorità. Inoltre con una scarpa tecnica che non sborda dalla tavola è possibile muoversi su terreni fino a 55° senza l'assillo di perdere lo spigolo, mentre la scarpa soft (che è un po' più voluminosa) sborda e limita gravemente il controllo della tavola su terreno difficile.


Snowboard
Ho optato per una tavola Mith 159+, un verpo capolavoro di maneggevolezza e controllo su ogni tipo di terreno. E' indispensabile che la tavola si adatti a tutte le condizioni di neve e di pendenza presenti sulla montagna. So, dalla scorsa esperienza, che nella parte alta della discesa, oltre i 7500 metri, la neve sarà dura e crostosa, in quanto il vento batte continuamente la cresta. Nella seconda parte, dopo una sezione ripida e complessa a circa 7500 m, in cui si supera la barra rocciosa che attraversa la parete Nord- Ovest del Cho Oyu, la neve sarà probabilmente leggera e profonda. Poi ancora una sezione ripida di 50-55° tra i seracchi da quota 7000 a 6700 metri, e ancora una cresta con neve variabile ed alcune sezioni molto ripide ed esposte ma brevi. La scelta è obbligata. Considerata anche la difficoltà fisica di gestire uno snowboard con così poco ossigeno ( oltre gli 8000 metri nell'aria è disponibile circa il 30% dell'ossigeno presente a livello del mare), la qualità fondamentale di uno snowboard per una avventura come questa è la facilità e la maneggevolezza. Inoltre non dimentichiamo che la tavola va prima portata in punta alla montagna e per questo la leggerezza complessiva è determinante! Infine per i più maniaci: Posizione goofy, Angoli anteriore 45° posteriore 35°; Passo 49 cm.

Sciolinatura
Sempre dalla scorsa esperienza ho imparato l'importanza di una sciolinatura perfetta. La soletta è soggetta a degli sbalzi di temperatura variabili nell'arco di poche ore di anche 35° C. Si passa facilmente dai +15° C del giorno ai -15/-20° C della notte, per questo è determinante che nella fase di trasporto ed inizio discesa, la soletta sia perfettamente lubrificata. Per questa ragione la sciolinatura di base a caldo, che è stata rimossa solo stamattina (vedi foto), è combinata con prodotti a base liquida da utilizzare a freddo, anche pochi minuti prima dell'inizio della discesa. Per questo motivo la sciolina a freddo non deve mai mancare nel kit di un aspirante rider d'altissima quota. Il rischio altrimenti, a causa del freddo e del vento, è quello di trovarsi una soletta che accumula neve, poco maneggevole ed a volte inutilizzabile. Si tratta questo di un dettaglio di importanza vitale, provare per credere.

Zaino
Per il trasporto in salita ho scelto un modello in grado di fissare orizzontalmente la tavola. Questo significa minore esposizione al vento (la velocità di quest'ultimo oltre gli 8000 metri può tranquillamente superare i 100 km/h) ed una migliore possibilità di affrontare terreni ripidi senza il rischio di inciampare con i talloni nella coda spiovente della mia tavola. Lo zaino conterrà per il "summit day", oltre la tavola, un thermos da 1 litro, alcuni prodotti energetici in gel, 100 gr di grana, una copertina di Playboy, una macchina fotografica, una pila frontale, un paio di guanti di riserva, il telefono satellitare.

Arva
Nonostante in altissima quota ogni grammo possa fare la differenza tra successo ed insuccesso, ho deciso di indossare un arva, lo strumento di ricerca in caso si venga travolti da una valanga. Utilizzerò un modello con caratteristiche di grande portata del segnale e comfort. Come potrei spiegare ai miei bambini dei corsi di freeride, ai quali rompo i timpani a forza di ripetere che non si può sciare fuoripista (nemmeno accanto allo skilift!) senza un arva indosso, che io per la mia discesa, che vale una vita, ho allegramente optato per il non uso? No, proprio non me lo posso permettere!